Finanzareport.it | Mps, ex obbligazionisti senza bussola - Finanza Report

Ven 19 Aprile 2024 — 15:35

Mps, ex obbligazionisti senza bussola



Rispondiamo al quesito di un lettore sul caso dei “nuovi azionisti” da burden sharing che non hanno ricevuto ristoro e continuano a segnare perdite in Borsa

La segnalazione di un lettore a redazione@finanzareport.it offre lo spunto per tornare sul caso degli ex obbligazionisti Mps che non hanno beneficiato di alcun ristoro, e che dopo la conversione in azioni (burden sharing) continuano a segnare perdite, come dimostrano le news sull’andamento del titolo in Borsa. Di seguito la domanda e più sotto la risposta del “nostro” Carmelo Catalano.


“Nel 2015 io e mia madre abbiamo acquistato un lotto dell’obbligazione Mps LT2 XS0238916620 tramite canale telematico convinti che si trattasse di un titolo sicuro della banca di cui io ero al tempo dipendente. Prezzo di acquisto 92 circa. Come sapete questo titolo è stato soggetto a burden sharing senza possibilità di ristoro
nonostante fossimo risparmiatori retail.
Al momento non abbiamo ancora venduto le azioni. Questo soprattutto perché nessun dipendente della banca ci ha voluto o saputo guidare nonostante le ripetute richieste di aiuto da parte nostra. Al contrario ci hanno proposto nuovi prodotti a focus senza considerare la nostra situazione. 
Come sapete ormai le azioni valgono meno di 1,5 euro, il che implica una perdita (momentaneamente virtuale, ma dato il corso della stessa azione, più che reale) in conto capitale di ca. 40.000 euro. Siamo disperati poiché non parliamo di un patrimonio milionario, la perdita rappresenta circa 1/3 del totale dei risparmi di mia madre e mio padre (defunto). Vi chiediamo aiuto, su come muoverci e quali opzioni ci sia possibile perseguire, dato che la banca a più riprese si è rifiutata di darcelo e comunque di assisterci”.

(Lettera firmata)


Il gentile lettore ha acquistato un’obbligazione LT2 Mps al prezzo di 92,00 nel corso del 2015. Come noto l’obbligazione è stata forzosamente convertita in azioni (burden sharing) e, a differenza delle obbligazioni UT2, non oggetto di ristoro in quanto obbligazioni destinate all’origine ad investitori istituzionali.

Le obbligazioni sono state convertite al prezzo di 8,65. Pertanto il prezzo di carico del lettore è pari a 7,958 con una perdita, alle attuali quotazioni dell’azioni di 1,40 circa, dell’82% circa.

Il lettore non specifica tramite né attraverso quale intermediario, né nell’ambito di quale servizio ha acquistato le obbligazioni, né il profilo Mifid. Il fatto che fosse dipendente di Banca Mps e che le abbia acquistate tramite canale telematico ci porta a presumere che le abbia acquistate tramite la stessa Monte dei Paschi di Siena e nell’ambito di un servizio di esecuzione di ordini per conto del cliente (only execution).

Ciò premesso il lettore, che si trova oggettivamente in una situazione difficile, ha sostanzialmente due alternative:

a) Mantenere le azioni sperando in una ripresa del corso azionario;

b) Vendere le azioni ed avviare un’azione legale.

Per quel che riguarda l’opzione a), vale a dire mantenere le azioni sperando in una ripresa del corso azionario, va detto che le incertezze sulle prospettive della banca, che era già fragile avendo in corso un piano di ristrutturazione, sono aumentate a dismisura in seguito ai recenti eventi che hanno causato un’impennata dello spread dei titoli di Stato e portato a un sostanzioso re-rating dell’intero settore bancario italiano (al proposito basterà dire che anche la banca considerata più solida, Intesa Sanpaolo, ha subito un calo del 40% circa dai massimi dell’ultimo anno).

Pertanto la ripresa del corso azionario è strettamente legata alla risoluzione delle cause del re-rating del settore bancario.

Per quel che riguarda l’opzione b), vale a dire l’azione legale in via preliminare, viste le modalità di acquisto, siamo portati ad escludere la via del ricorso all’ACF Consob, competente solo su controversie relative alla violazione da parte degli intermediari degli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza che la normativa (art. 21 TUF D.Lvo 58/1998) pone a loro carico quando prestano servizi di investimento e servizi di gestione collettiva del risparmio.

In definitiva consigliamo al lettore di interrompere i termini della prescrizione inoltrando una missiva a mezzo raccomandata A/R o PEC alla BANCA nonché agli amministratori, sindaci e Revisori in carica al momento dell’acquisto, con la quale si chiede il risarcimento del danno patito.

Poi il lettore potrà eventualmente attendere l’esito del processo penale in corso a Milano per false comunicazioni sociali relative all’errata contabilizzazione dei derivati e, in caso di condanna generica al risarcimento del danno, avviare un’azione civile contro quei soggetti che saranno condannati a risarcire il danno (eventualmente la stessa Banca Mps se venisse condannata in qualità di responsabile civile).

In alternativa il lettore potrà avviare da subito un’azione legale lamentando la non corretta rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della banca sia per quel che riguarda i derivati, sia per quel che riguarda i crediti verso la clientela (con riferimento alle perdite su crediti emerse nel corso del 2016 e 2017, per recepire le risultanze dell’ispezione Bce conclusa a maggio 2017 e riferite al bilancio chiuso al
31.12.2015).

In ogni caso, data l’oggettiva complessità della questione anche sotto il profilo della quantificazione del danno e dell’eventuale concorso di colpa per avere mantenuto le azioni, il lettore dovrà rivolgersi a un legale esperto della materia.

Dott. Carmelo Catalano

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